Il Cavallino Alato: la “starbase” della buona birra… tra Langhe e Monferrato.
Il Cavallino Alato _ Stazioni di Birra _ archivio 2017
Un Inter City che da Torino porta a Genova. Scendiamo ad Asti… e vengono subito in mente grandi vini. Dove Asti Spumante e Moscato d’Asti sono solo la punta dell’iceberg… a denominazione di origine controllata e garantita.
La Douja d’Or. Il Festival delle sagre astigiane. Da queste parti l’enogastronomia… sbanca. È un fiore all’occhiello. È cosa seria. Ma c’è pure chi riesce a spingersi lì dove nessuno in città è ancora arrivato: il mondo delle birre artigianali.
Enzo Scullino e la moglie Angela inaugurano Il Cavallino Alato il 16 gennaio 2002… in Via del Cavallino, per l’appunto ad Asti. Bar-caffetteria di soli 24 m²… che tra colazioni, aperitivi e dopo cena, propone sin da subito una selezione di birre affatto scontata, con due spine più bottiglieria.
Il “Birrabar” diventa punto di riferimento per beer lovers e semplici curiosi… perché se non sai che birra bere, Enzo saprà consigliarti. Nel 2010 arriva l’impianto mescita di proprietà… e il Cavallino mette definitivamente le ali. La qualità paga. La “verve” dei padroni di casa fa il resto. È il momento di traslocare…
Fine gennaio 2015. La nuova location è nella centralissima Via Quintino Sella, angolo Piazza Statuto… ma non è finita qui. Poco dopo c’è un ulteriore ampliamento: aumentano i coperti e arriva la cucina. Da ora in avanti il Cavallino Alato è anche… La Taverna del Capitano.
Un pezzo di questa storia ci era già nota. Per l’altro pezzo, siamo venuti di persona…
Locale “eclettico” e “colorato”. L’intenso arancione delle pareti sa di papaja e Tropici. Al timone dell’impianto spine (un vero e proprio timone!)… il Capitano traccia la rotta. Enzo “ICA” Scullino ha esperienza, competenza e un brio fuori dal comune.
Si scende in “stiva”… a lasciarsi abbagliare dal “caveau refrigerato”. Oltre ai consueti KeyKegs spiccano anche botticelle per una mescita a caduta. Sistema di spillatura a carboazoto, meticolosamente studiato e ponderato. Periodica e accurata sanificazione dell’impianto. Niente è lasciato al caso, tanto meno la scelta di birre e birrifici.
«Primo punto: le birre si devono conoscere. Devi capire chi c’è dietro. Come e dove si fanno. Se possibile, bisogna andarci di persona. Viene da sé che poi molti birrai diventano tuoi amici… e allora tutto è più facile» ci dice Enzo. «Secondo punto: le birre non vanno solo bevute, ma anche ‘raccontate’… tanto più in una terra di vini come questa. Una buona cucina certamente può aiutare… e non è un caso che in questo locale si organizzino periodicamente degustazioni domenicali, con cinque birre da abbinare a quattro portate».
E a proposito di cucina… menu e “fuori menu” stuzzicano non poco. Ci sono classici da pub, come hamburger, stinco e fish & chips; ma anche il tanto decantato chili alla birra… o una chicca come l’Arancina di riso, che fatta da una siciliana (Angela è originaria di Palermo) ci si può fidare.
Il locale inizia ad affollarsi. Enzo coordina l'”equipaggio”. Accoglie amici e clienti. Si interfaccia con la moglie in cucina. Passa le comande delle birre a Davide ed Enzo (un altro Enzo… peraltro navigato homebrewer), che si alternano alle spine.
Nove vie (incluse le due a pompa)… dove ogni avvicendamento viene sapientemente descritto in bacheca (niente gessetto, ma volantini!), con relativi prezzi e quant’altro. Questa sera ben 4 vie vanno a Manerba (BS), di cui assaggiamo una Helles dal fragrante panificato. Apprezzabile fruttato per l’home beer in stile Belgian Ale, The New Runt (brassata da Alessandro Rizzoglio, di Rolio Beer)… ma è la Cuvée Soeur’ise di De Leite (già bevuta all’ultimo Villaggio della Birra), a incantarci. “Lotti” da 170 lt. di Enfant Terriple (la Tripel del birrificio di Ruddervoorde – Belgio) affinati in barrique con 40 kg. di ciliegie… e il paziente lavoro dei lactobacillus completa la magia.
Dello stesso parere anche Gregorio… che Il Cavallino Alato lo frequenta da un pezzo. «Questo è un posto semplicemente perfetto, tanto quanto i titolari» ci dice. «Enzo è il Capitano. È stato lui a portare le prime birre ‘serie’ ad Asti. Del resto, quando si deve osare… ci vuole sempre un capitano»… e indica un cartello dietro al bancone, con su scritto: United Federation of Planets: “… to boldly go where no man has gone before” – from the Starfleet Charter. Il Capitano Kirk di Star Trek?
Il Cavallino Alato: la “starbase” della buona birra… tra Langhe e Monferrato 🙂