Cerevisia Vetus – Ceccano: quando la birra è… divina medicina.

Cerevisia Vetus _ Stazioni di Birra _ archivio 2018

SIBA 16 Settembre 2018

1.180 minuto di lettura

Cerevisia malorum divina medicina. La birra… divino rimedio a tutti i mali? Sono parole dell’illustre medico, alchimista e astrologo svizzero Paracelso (XVI secolo)… e a grandi linee, concordiamo 🙂 Ma anche senza scomodare la “scienza”… vuoi che non faccia bene una buona birra al pub, anche solo per staccare dal tran-tran quotidiano?

Cerevisia… dunque. Cerevisia… birra. Cerevisia Vetus… birra vecchia? Vecchia, proprio no: semmai invecchiata. Quasi sempre meglio… giovane. Questa però non è una birra: è un locale. Un locale birrario di Ceccano (Frosinone), in Via Fabrateria Vetus…

I titolari sono appena rientrati dalle ferie estive. Non è mancato il classico imprevisto del primo giorno, con problemi a un frigo o qualcosa del genere. Ci acclimatiamo con una bavarese Spalter Pils… e nel frattempo salutiamo Marco.

«Il nome vuole essere una specie di omaggio tanto alla birra, quanto a Ceccano. Cerevisia in latino significa appunto birra… e Fabrateria Vetus sta per Vecchia Fabbrica, che poi è l’antico nome di questa cittadina. Abbiamo inaugurato il pub il 16 febbraio 2013… in attesa di capire come portare avanti produzione e somministrazione».

Quattro amici. Quattro soci. Sono i fratelli Marco e Paolo Stirpe (quest’ultimo attualmente negli Stati Uniti); Trentino Domenico Iorfida; Diego Fiacco. Prima homebrewer (con un impiantino pilota ora esposto nel locale). Poi gipsy brewer (beer firm). Ora ufficialmente “resident”… con l’inaugurazione del birrificio alle porte.

Trovata oggi alla spina la loro Bibì… Belgian Ale con fiori di Sambuco selvatico, dal delicato e fresco bouquet aromatico… e con piacevoli sensazioni morbido-abboccate, bilanciate da un leggero finale amaricante (luppolo Perle).

Interessante anche la Heavy Mist (in collaborazione con Birra Kashmir di Filignano – IS), Wee Heavy Scotch Ale in chiave finemente torbata (con classico malto Peated)… che lo stesso Domenico – appena seduto al tavolo – ci versa da una bottiglia. Rosso rubino intenso e schiuma avorio. Eleganti note fruttate. Il caramello c’è, ma non invade…

«A breve amplieremo il locale, buttando giù una parete e annettendo l’ambiente a fianco. Poi, a fine anno… l’inaugurazione del birrificio. Insomma, è un momento particolarmente importante… ed è quello che volevamo» ci dice Domenico.

«Le prime cotte da homebrewer risalgono a una decina di anni fa… ma l’avvicinamento a questo mondo lo devo a un viaggio in Interrail del 1999, che mi portò sul Lago di Costanza, con visita alla Ruppaner Brauerei. Poi gli anni dell’università a Roma, con bevute al ‘Macche’ e al 4:20… e le tante chicche scoperte in una mecca capitolina della birra, come il Johnny’s Off License Bottleshop» prosegue il publican.

Impianto mescita a 8 vie (alle 5 spine + Angram, si sono aggiunte altre due vie proprio in questi giorni), con previsione di cella frigo, contestualmente ai lavori di ampliamento. Continueranno a esser presenti, oltre alle birre “della casa”, anche un certo numero di birrifici ospiti…

Capitolo a parte merita l’ampia e ricercata selezione di whisky/whiskey scozzesi, giapponesi, irlandesi (dai single malt, ai single pot, ai blended)… altra grande passione dei titolari.

Sul versante cibo, occhio soprattutto alle portate a base di carne… con la supervisione del poliedrico Diego Fiacco: boss in cucina, ma con un passato da cantiniere Carlsberg. L’orto biodinamico in affitto – presso un’azienda agricola della zona – è un ulteriore richiamo alla qualità e all’attenzione verso il territorio.

Si è fatto piuttosto tardi. Dal tavolo siamo passati al bancone. Domenico ce ne versa un’altra… e la chiacchiera si fa a tutto campo. Ci parla di Sud. Della sua amata Calabria. Di Mongiana (paese di origine del padre, in provincia di Vibo Valentia). Ricordi, miti e genti…

La birra… divino rimedio a tutti i mali? Magari tutti no. Ma stasera è andata benissimo.