Archea Brewery – Firenze: birreria indipendente e beer firm… da sette anni in Oltrarno.
Archea Brewery _ Stazioni di Birra _ archivio 2019
L’altro centro storico di Firenze… in Oltrarno, tra i rioni di Santo Spirito e San Frediano. Via dei Serragli ci passa dritta nel mezzo… attraversando buona parte della città a sud dell’Arno, da Piazza Nazario Sauro (Ponte alla Carraia) a Piazza della Calza (Porta Romana). Archea Brewery è al 44 rosso di Via dei Serragli.
Né birrificio né brewpub (come potrebbe far pensare il nome)… ma birreria indipendente e beer firm. La prima birreria fiorentina a spillare, su impianto di proprietà, una selezione di birre in rotazione, esclusivamente artigianali (fra cui quelle a marchio proprio).
L’apertura è del 14 luglio 2012. I titolari sono Carmine, Giulio ed Antony.
«A Firenze ci sono venuto come studente universitario, laureandomi in Archeologia. Ma in questa città è anche nato il mio interesse per l’homebrewing, condiviso con Giulio (studente di biologia)… e questa passione ha poi preso il sopravvento. Fu così che nacque il progetto Archea Brewery, in società con Giulio ed Antony».
Carmine Peluso ed Antony Petti sono originari di Campobasso. Giulio Gori è di Montespertoli (FI). «Il nome Archea fu un suggerimento di mia madre… e ci sembrò una buona idea. Il resto l’abbiamo fatto noi… producendo su nostra ricetta, prima presso il Birrificio Sannita di Ripalimosani (CB) e più recentemente presso il Birrificio Lariano di Sirone (LC)» ci dice Carmine.
«La nostra prima birra a marchio Archea è stata una Bock (Archea Bock). Poi sono arrivate Archea Pils, Hydra (IPA), Melyssa (Hoppy Honey Golden Ale) e Black Tower (Black IPA)… ma nel nostro locale abbiamo sempre proposto una gran varietà di birre artigianali italiane ed estere, alla spina e in bottiglia, con approvvigionamenti in buona parte diretti» prosegue il publican.
Il primo ambiente del locale – con alti tavolinetti e sgabelli – dà direttamente sulla strada. Coperto… ma all’aperto, sembra essere la soluzione ideale per fumatori e “accaldati”. Non dispiace affatto neppure il breve e piuttosto lugubre corridoio interno (con quella buia cancellata che porta giù in cantina), per poi arrivare al cuore pulsante del locale: la sala mescita, con sua maestà il bancone.
Un po’ più in fondo, la possibilità di bere e svagarsi in vario modo… tifando magari “la Viola” del calcio, al maxischermo… o cimentandosi in uno dei giochi più diffusi e amati all’interno dei pub: le freccette.
Parecchi bevitori “consapevoli”… frequentatori abituali e non. Non mancano certo i turisti stranieri… come i due signori di mezza età, accanto a noi al bancone… che parlano in spagnolo. Danno un’occhiata alla lista delle birre. Gli luccicano gli occhi. Si perdono nella lettura di nomi e stili. Chiedono lumi al publican.
Impianto mescita a 16 vie (14 con “spinta” a carboazoto, più due pompe inglesi) e un centinaio di etichette in bottiglia. Scendiamo in cantina. I fusti sono in due celle refrigerate a 11 (stoccaggio) e 6°C. (mescita). Due cooler supportano la refrigerazione, fino ai rubinetti.
In tap list spiccano birre di Lariano, Foglie d’Erba, Hilltop. C’è anche la BeerBera, Wild Fruit Ale (con aggiunta di uve Barbera) di Loverbeer… e la Yeti, Imperial Stout di Great Divide. Ma la curiosità ci porta ad assaggiare innanzitutto l’IPA e l’Hoppy Honey Golden Ale della casa… sorpresi soprattutto dal “garbo” di quest’ultima, nell’ottimo bilanciamento tra un fine miele d’arancio e l’abbondante dose di luppoli Cascade, Simcoe e Centennial.
Il locale non ha cucina… ma per quella si potrebbe anche fare un salto al Pint of View, aperto da Carmine, Giulio ed Antony nel novembre 2017, sempre in zona.
Archea Brewery è birreria indipendente e beer firm, da sette anni in Oltrarno. Non manca niente. Logos e pathos. Un lavoro fatto bene. Passaggio obbligato per conoscere la Firenze birraria… che conta.
[siba: best indi!]