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Se la birra la bevi Al Coccio… sei a Milano, zona Navigli.

Al Coccio /chiuso nel 2021/ _ Stazioni di Birra _ archivio 2016

Vi è mai capitato di bere birra in un mug (letteralmente tazza, ma anche boccale) di terracotta o ceramica? In Italia – e non solo in Italia – è piuttosto infrequente ma può capitare. 

Capita. Ci sta. Una helles ogni tanto ci può anche stare… ma il bicchiere di vetro rimane di un altro pianeta.

La birra, prima di berla, la devi “osservare”: colore, limpidezza, schiuma. Non è un dettaglio da poco.

Al Coccio Birreria con Ristoro (Alzaia Naviglio Pavese, a Milano) punta invece esclusivamente su bicchieri di “coccio”… e non è l’unica peculiarità del locale. Si, perché 14 delle 16 referenze alla spina sono sempre le stesse… e una birreria artigianale che non “fa rotazione” è già di per sé una notizia 🙂

Calda giornata di primavera. Un paio di mezze pinte in Barona (Milano Sud), tarda mattinata… per poi ritornare in metro, da Famagosta a Porta Genova. Due passi e siamo ai Navigli.

Luca e Maddalena aprono Al Coccio nel 2007, ma una definitiva svolta sulle birre artigianali si avrà solo sette anni dopo. Sedici spine sono tante. Condivisibile la rinuncia a una selezione in bottiglia.

Pils e Dunkel Weisse di Ayinger (Baviera); Punk IPA di Brewdog (Scozia)… e tante birre italiane. APA 3°Miglio e Blanche Seta Special di Rurale; Ortiga, Golden Ale di LambrateBibock di ItalianoOpen Amber di Baladin… e ancora Fabula, APA di Kamun (Predosa – AL); Bastola, Belgian Strong Ale di Flea (Gualdo Tadino – PG); la Bitter Marvin e la Milk Stout Pecora Nera di Geco (Cornaredo).

Birra ospite è la Wolfie Smith, IPA di By The Horns (UK). Si aggiungeranno anche Vergött, IPA di Lariano; Felina, Belgian Strong Ale di Menaresta; Little Fawn, Session IPA di White Hag (Ireland). 

L’impianto mescita è di Vinicola Mauri (Lecco)… con fusti al piano interrato, a temperatura cantina.

La mancanza di “rotazione” è una scelta che non ci esalta. Dei bicchieri in “coccio”… abbiamo già detto la nostra. Ma il progetto comunque merita, così come merita il locale… con design e particolari d’altri tempi, un po’ da “vecchia Milano”.

Atmosfera calda, rustica, avvolgente. Il “viaggio” dunque è dentro… ma i novanta coperti all’esterno fanno senza dubbio la differenza per buona parte dell’anno.

Tappa che ci sta tutta anche a pranzo.

[siba: best indi!]

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