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Birre “non convenzionali”… al Fermento Pub di Olivarella.

Fermento Pub _ Stazioni di Birra _ archivio 2017

Autostrada A20, da Palermo a Messina, uscita Milazzo – Isole Eolie. Ancora un paio di rondò e siamo in Via Nazionale, a Olivarella… o più propriamente è la Statale 113 che porta a Barcellona Pozzo di Gotto. La direzione per Messina è quella opposta, ma in scaletta c’è prima il Fermento Pub… con le sue “unconventional beers”.

Birre non convenzionali… sulla strada: né città, né centro storico, né lungomare. Una strada statale come tante, che sfiora una frazione (Olivarella) di un altrettanto piccolo paese del messinese (San Filippo del Mela)… dove una decina d’anni fa un homebrewer della prima ora decide di aprire il suo pub. Era il 14 maggio 2006 e da quelle iniziali “due vie in comodato”, di strada ne è stata fatta tanta.

L’ampio bancone è di fronte all’ingresso. Sulla sinistra due sale con muro divisorio basso, che separa ma non isola. Luci discrete e buona musica di sottofondo accolgono sia famiglie al completo, che comitive di giovani e “habitué da sgabello”. È la classica serata da pub, magari in attesa di un po’ di rock dal vivo… per “rimescolare le carte” e tirare fino a tardi.

Pinta di Polifemo, APA del Birrificio Epica (Sinagra – ME)… e ci scrolliamo di dosso il torpore del viaggio. Neutralizzare il gorgoglio dello stomaco con un hamburger al piatto (200 gr. di Chianina IGP, con lattuga e pomodoro). La grande disponibilità del publican è il preludio a una mezza chiacchiera.

«Il pub è un posto che mi ha sempre attratto… tanto che ne ho aperto uno. Questa location sulla strada è stata poi una sfida nella sfida… e c’era chi scommetteva che non sarebbe durata molto. Mi sa, però, che si sbagliavano: son passati 10 anni e siamo ancora qua». Sguardo soddisfatto piuttosto eloquente…

«Ho iniziato con due spine e solo sei – dico sei – referenze in bottiglia… ma in Sicilia non era ancora tempo di birre artigianali. Ricordo poi un corso a Palermo organizzato dal MoBI… e per 3 giorni di fila mi feci 400 chilometri a/r per andare a sentire Kuaska e compagnia bella. Sarà stata anche una mezza follia, ma da quel momento le idee si fecero più chiare. Nel 2010 arrivò il mio impianto a 6 vie… e di anno in anno è andata sempre meglio, anche grazie a qualche realtà brassicola locale che ha iniziato a proporre birre interessanti, con una certa costanza».

Stasera un birraio lo abbiamo incrociato anche al banco… scambiando una stretta di mano con Marco Capone, del Birrificio Horus Mylae di Milazzo. Assaggiata la sua Sicily Tripel (Wheat IPA)… per poi chiudere con un’Ares (Imperial Stout) di Epica, accompagnata da una mousse di yogurt con frutti di bosco.

Dando un’occhiata alle bottiglie, c’è un ottimo assortimento di birrifici del Belgio: Brasserie de la Senne, De Ranke, De Dolle Brouwers, Brasserie de l’Abbaye du Val-Dieu, Fantôme, Brasserie de l’Abbaye des Rocs, De Dochter van de Korenaar, Verzet… e i trappisti Brasserie de Rochefort, Westmalle, Westvleteren… e non potevano mancare Cantillon, Oud Beersel, Gueuzerie Tilquin.

Ma è una vetrinetta in fondo alla sala… a catturare ancor più la nostra attenzione. C’è una Grand Cru Bruocsella di Cantillon, del 2001; c’è un’Orkney Dark Island Reserve, affinata in botti di rovere, “ex” Old Dalmore Whisky; c’è soprattutto una fantomatica Mpardist Ale di Paul-Bricius (Vittoria – RG), presentata come il primo Barley Wine siciliano. Che roba è? È che siamo al Fermento Pub – Unconventional Beer di Massimo La Malfa… e una “Mpardist Ale” ci sta tutta! 🙂

Unconventional beer… unconventional publican. Quando “osare” non era ancora tendenza.

[siba: best indi!]

https://www.stazionidibirra.it/listing/fermento-pub/

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